COME TUTTO EBBE INIZIO, OVVERO LA MIA INTRODUZIONE AL MONDO DEL RAFTING di Giulio Oliva

Nell’estate del 1994 ero un ventiduenne paffuto, appassionato solo di motori e di buon cibo ma poco incline allo sport. Vista la mia esperienza in mansioni da autista, un giorno mi contattarono da Scalea per effettuare un servizio navetta con partenza proprio da Scalea fino a Papasidero: la missione era accompagnare alcuni turisti che dovevano andare a fare un’attività sul fiume Lao che si chiamava “rafting”.

 

Onestamente non ne avevo mai sentito parlare prima ma ero curioso di capire di cosa si trattasse e così, poco dopo, provai anche io.

Quel giorno era dedicato alla pulizia fluviale e fu subito per me amore a prima vista.

 

Di lì a poco iniziai a frequentare assiduamente il Lao cominciando dalla canoa che, le guide del luogo, mi suggerirono essere il modo migliore per imparare la navigazione in gommone.

Nel 1996 conseguivo il brevetto di guida di 1° livello e nel 1998 ero a tutti gli effetti una guida di 3° livello della Federazione Italiana Rafting.

 

Quello stesso anno, insieme ad altri due soci miei compagni di viaggio, fondavamo l’allora Rafting Aventure Lao, la prima compagnia di rafting con sede legale e operativa a Papasidero (divenuta qualche anno dopo, a seguito dell’uscita di scena degli altri due soci, l’attuale Rafting Adventure Lao).

 

L’anno successivo, nel ’99, conquistavo il massimo grado come brevetto di accompagnatore fluviale in Italia ovvero il 5° livello federale.

Però il Lao, seppure primo amore e fiume del cuore e di casa, cominciava a starmi stretto e iniziai così lunghi viaggi in giro per il mondo a scoprire i corsi d’acqua più interessanti e adrenalinici ove maturare esperienza da trasferire nella compagnia qui in Italia.

 

Spedizioni lunghe anche mesi in Nepal, Argentina, Cile, Perù, Madagascar, Slovenia hanno apportato ricchezza non solo alle mie consapevolezze tecniche fluviali ma soprattutto al mio personale bagaglio di vita e di amicizie, sincere e appassionate, con altri canoisti e guide fluviali che, come me, avevano deciso che l’acqua bianca sarebbe stata per sempre la colonna portante (per lavoro o per passione) della propria esistenza.

 

Dal quel 1994 sono trascorsi ormai molti anni e una delle cose che mi rende più fiero è l’aver insegnato la conduzione in gommone o in kayak a molti giovani del posto (e non solo), l’aver trasmesso loro l’amore per questo sport, la passione per il fiume, la voglia di organizzare insieme uscite sul Lao o altrove, ma anche il piacere di fermarsi a mangiare dopo le discese per parlare, ancora e ancora, di fiume sempre con la stessa voglia di quel primo giorno.

 

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